Psicologia Evolutiva
Se hai letto la mia presentazione avrai già intuito di cosa sto per parlarti.
Nutrimento e stile di vita decidono per il nostro benessere e, nello specifico della mia professione, determinano l’assetto psicologico di una persona, anche nelle ore che seguono un semplice pasto.
Le conseguenze si manifestano sulle nostre prestazioni personali e/o professionali, con eventuali problemi psicologici da non sottovalutare come ad esempio:
- tensione emotiva
- disforia
- stress
- ansia
- insonnia
- apatia
- suscettibilità
Rispettare i nostri geni
Mi è accaduto di vedere nella mia professione molte persone che avevano «provato di tutto».
Molto spesso mi sono trovato in vicoli ciechi, percorsi clinici destinati al fallimento se non avessi insistito su routine giornaliere:
- dieta adeguata
- sport
- meditazione
Con semplici accorgimenti, che non coinvolgano necessariamente terapie farmacologiche, interventi o assistenza psicologica prolungata, è possibile consentire a corpo e cervello di ritrovare la salute ottimale.
Alimentazione e cervello
La connessione tra questi due emisferi, alimentazione e cervello, si nota anche attraverso le attivazioni fisiologiche in corrispondenza di pensieri e segnali sensoriali attinenti agli alimenti, come profumi, immagini, ecc. (la famosa “acquolina in bocca” per esempio).
Sembra incredibile ma anche i tempi e gli spazi del cibo sono molto importanti nel benessere psico-fisico:
- È positivo per molti distribuire i principi nutrizionali su almeno 4-5 pasti.
- È opportuno non eccedere nelle quantità.
- È necessario variare gli alimenti spesso e consumarli lentamente.
Questa relazione è dimostrata anche da disturbi psicosomatici come gastrite, dolori addominali, dispepsia, etc.
Autori del nostro destino
Dal punto di vista della psicopatologia, è semplice pensare ai disturbi dello spettro alimentare.
Tutti conosciamo l’ABC della salute:
Tenersi in forma, riposare bene, diminuire e/o eliminare alcol e fumo. Mangiare più verdura. Leggere, lavare i denti. Ecc…
Stiamo parlando di elementi di base che si possono portare avanti con un po’ di buona volontà e buon senso.
Sono informazioni ormai largamente acquisite.
Ma quando si tratta di tutelare la salute del nostro sistema nervoso e del cervello, delle nostre capacità mentali, beh… mi sembra di poter dire che le persone deleghino … alla speranza!
Noi tendiamo tutti all’opinione che non sia davvero affare nostro, che sia quasi ormai
un destino ineluttabile quello di sviluppare malattie autoimmuni del cervello da giovani oppure rimbambire in tarda età.
Forse ci stiamo solamente adeguando a una statistica spietata.
Deleghiamo tutto, più o meno consciamente, a una buona struttura genetica.
Se ce l’abbiamo! E se non la danneggiamo!
Sarà mia premura mettervi in difficoltà, modificare questa idea, facendovi vedere la relazione tra lo stile di vita e la possibilità reale di sviluppare tutta una serie di seri grattacapi che coinvolgono il vostro cervello.
In conclusione, il (BUON) cibo aiuta a fornire energia, benessere, tranquillità a livello psico-fisico, contrastando eventuali sintomi depressivi, ansiogeni e di stress.
Ma la relazione, obbligatoria, che abbiamo con esso deve essere funzionale per noi.
Ogni malessere che ci coinvolge può essere dunque un sintomo ma anche un’opportunità, che ci porta a indagare in profondità su cosa non ha funzionato finora nelle nostre abitudini di vita.
Dico abitudini, o routine, consapevolmente.
Perché è possibile modificarle e puntare a un benessere ottimale.
- Dalla dieta all’attività̀ fisica
- Dal sonno alla disintossicazione alimentare (e ambientale)
- Dalla respirazione/meditazione alla gestione dello stress
imparandole e/o modificandole possiamo produrre un impatto importante sul nostro tono dell’umore e in definitiva sulla nostra vita.
Si tratta di seguire e praticare programmi brevi e precisi. Nei prossimi articoli vi aiuterò con semplici consigli da applicare già da casa.
Andrea Marino
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