Protezione solare e Vitamina D
Prendo spunto da un recente articolo del dr. Mercola in attesa della bella stagione e dei benefici “bagni di Sole”!
IMPORTANZA DELLA VITAMINA D
Se state praticando la dieta Paleo conoscete già l’importanza della vitamina D, non solo per il bene delle ossa ma per il buon funzionamento del metabolismo, oltre che per la prevenzione di cancro e altre patologie importanti.
Generalmente si consiglia di raggiungere un valore ematico intorno ai 70-80 ng/ml. Difficilmente con la sola esposizione solare estiva riusciamo a godere di questo livello per tutto l’anno.
Non si vive più all’aria aperta e soprattutto non ci presentiamo al Sole sprovvisti di crema… dati alla mano, siamo quasi tutti carenti di vitamina D!
Perciò, è necessario integrarla durante l’inverno ma è ancora più importante imparare ad esporsi correttamente al Sole nei mesi più efficaci alla sua produzione.
Al Sole senza crema?
In Italia si parla del periodo che va da marzo a novembre, negli orari tra e 11 e le 15 e, in estate piena, si sottintende senza crema solare!
Un azzardo? Potrebbe certamente esserlo se è la prima volta che lo facciamo.
Certo è, che i filtri contenuti nelle protezioni solari bloccano proprio i raggi UVB capaci di farci sintetizzare la vitamina D (ma non fanno solo questo purtroppo…più giù spiego perché).
Cerchiamo di pensare con “qualche” annetto indietro…eravamo sempre al sole, scoperti, senza vestiti, senza l’ombra dei palazzi. La nostra pelle reagiva gradualmente all’intensità crescente dei raggi solari, abbronzandosi e proteggendosi dalle scottature.
La stessa vitamina D, presente con un livello adeguato nel nostro sangue, rappresenta una difesa alle scottature.
Oggi viviamo in ombra praticamente di continuo, arriviamo pallidi al primo sole che è oramai cocente, e la scottatura è uno standard.
Questa reazione del nostro corpo è certamente dannosa, lungi da noi arrivare a questo punto.
Guida all’esposizione solare
Semplice, come sempre basta seguire il flusso naturale delle cose.
Già a partire da aprile possiamo scoprirci un po’ e stare al sole, creando una prima lieve abbronzatura che andrà aumentando gradualmente insieme all’intensità del Sole.
Arrivati in estate non saremo certo sprovvisti di una prima protezione naturale. Continueremo a stare al sole senza protezione per qualche minuto, finché non compare il primo rossore. Giorno dopo giorno saremo pronti a rimanere ancora più a lungo sotto i raggi solari, senza alcuna scottatura.
Ma il rischio di cancro? Il Sole “malato”?
Non siamo più nel Paleolitico, è chiaro. Ma non è neanche solo l’esposizione al sole a causare un cancro della pelle…piuttosto un insieme di fattori scatenanti, come abbiamo imparato da questo stile di vita.
Se si vanno a bilanciare benefici e danni dell’esposizione senza protezione solare, i benefici sono di gran lunga maggiori. Basti pensare che la è vitamina D prodotta è la stessa che ci aiuta a prevenire il cancro!
Ognuno chiaramente ha il suo tipo di pelle e dovrà regolarsi secondo le proprie sensazioni.
Chi ha molti nevi o nei dovrà tenerli d’occhio come al solito, con visite specialistiche preventive (solitamente una volta all’anno).
Le creme solari, protezione o danno?
Ebbene, fin qui abbiamo capito che la protezione solare ci impedisce di aumentare il nostro livello di vitamina D, con tutte le conseguenze sulla salute.
Ma c’è dell’altro…
Ora arriviamo a quanto anticipato nelle prime righe.
L’ultimo articolo del dr. Mercola riporta l’ennesimo studio sul pericolo nascosto tra gli ingredienti della maggior parte dei cosmetici, in questo caso proprio delle creme solari!
Oltre ad evidenziare come nella lista dei “migliori solari 2019” ci sia in tutti ossibenzone (l’allergene più comune presente nelle creme solari) fa anche riferimento ad uno studio pilota della FDA statunitense che ha evidenziato quanto segue:
- Quattro principi attivi comuni nella protezione solare – avobenzone, ossibenzone, octocrylene e ecamsule – sono assorbiti nel sangue a livelli che potrebbero potenzialmente comportare rischi per la salute.
- Concentrazioni sistemiche superiori a 0,5 ng / ml sono state raggiunte per tutti e quattro i prodotti dopo quattro applicazioni il primo giorno; 0,5 ng / ml è la soglia massima raccomandata dalla FDA per cancerogenicità sistemica e tossicologia.
- Dei 16 ingredienti attivi per la protezione solare utilizzati nei prodotti sul mercato statunitense, solo due – ossido di zinco e biossido di titanio non nanometrici – sono stati ritenuti sicuri per l’uso umano dalla FDA. L’agenzia ha recentemente proposto nuove norme per garantire la sicurezza e l’efficacia dei filtri solari
- Nonostante gli effetti endocrini e neurotossici dell’ossibenzone, la sua elevata capacità di assorbimento e la disponibilità di filtri solari più sicuri (quelli contenenti ossido di zinco e biossido di titanio non nanometrici), la FDA, American Academy of Dermatology e Consumer Reports esortano ancora le persone a usare creme solari a base di ossibenzone su base giornaliera.
Anche qui un bel controsenso!
Da una parte si conosce il pericolo nascosto dietro questi ingredienti, dall’altra si esorta comunque al loro utilizzo…quando una versione più sicura è già in commercio e ancora meglio quando l’esposizione al sole senza protezione, ben condotta, porterebbe solo benefici per la nostra salute!
Se volete cominciare a capirci qualcosa, non basandovi ovviamente solo su questo mio articolo/riflessione, vi esorto a leggere i libri del massimo esperto mondiale di vitamina D, il dr. Holick!
Io cominciai qualche anno fa con “The Vitamin D Solution” (disponibile in inglese) che vi consiglio davvero di leggere, per capire quanti retroscena storici ed economici ci sono dietro il commercio dei solari oltre ad approfondire i benefici di questa straordinaria vitamina.
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